Dopo un trattamento chemioterapico per il linfoma non-Hodgkin aggressivo può insorgere un tumore alla mammella.
Ricercatori dell’Athens University School of Medicine ( Grecia ) hanno esaminato l’outcome ( prognosi ) delle pazienti che hanno sviluppato carcinoma mammario.
Lo studio ha riguardato 22 pazienti di età media 62 anni ( 49 – 70 ) che avevano avuto una risposta completa dopo 6 cicli di trattamento con CHOP per linfoma non-Hodgkin di grado intermedio/alto.
Il carcinoma mammario si è sviluppato in media dopo 26 mesi ( 9 – 49 ) dalla diagnosi di linfoma non–Hodgkin.
In 12 pazienti il tumore alla mammella era di grado 1-2, in 10 di grado 3 ; 15 pazienti erano negativi per i recettori estrogeno / progesterone, mentre 7 erano lievemente positivi.
Un totale di 12 pazienti, che erano in stadio IIIA/B, e 10 in stadio IV, sono stati sottoposti a chemioterapia convenzionale.
La neoplasia è progredita in tutti i pazienti.
Metastasi sono state localizzate al fegato, polmoni, cervello, linfonodi, nelle ossa.
La sopravvivenza media è stata di 11,8 mesi.
Lo sviluppo di tumore alla mammella è stato più rapido nelle pazienti che presentavano espressione delle proteine associate alla resistenza farmacologia ( MDR, MRP, LRP ) nel tessuto tumorale.
Secondo gli Autori, l’iperespressione delle proteine della resistenza indica che questo meccanismo potrebbe essere in parte alla base del fenotipo aggressivo della malattia neoplastica, e spiegare la prognosi non favorevole.( Xagena2004 )
Tsavaris N et al, Oncol Rep 2004; 11: 899 – 903
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