Ricercatori del National Institute of Allergy and Infectious Disease ( NIAID ) hanno scoperto che la sindrome ipereosinofila può essere identificata mediante un semplice test del sangue (misurazione di livelli di triptasi ) piuttosto che con un costoso test genetico.
Elevati livelli plasmatici di triptasi ( > 11,5ng/mL) sono risultati presenti in 9 dei 15 pazienti con sindrome ipereosinofila e risultavano associati ad altri marker di mieloproliferazione, tra cui elevati livelli di vitamina B12 e splenomegalia.
I pazienti con sindrome ipereosinofila ed elevati livelli di triptasi avevano una maggiore probabilità di sviluppare danno d’organo fibroproliferativo terminale, e 3 di 9 pazienti sono morti entro 5 anni dalla diagnosi.
Al contrario nessuno dei 6 pazienti con normali livelli plasmatici di triptasi è deceduto.
I 6 pazienti con sindrome ipereosinofila ed alti livelli di triptasi trattati con Imatinib , hanno mostrato una risposta ematologica e clinica.
Questo studio ha dimostrato che gli elevati livelli plasmatici di triptasi rappresentano un marker di una variante mieloproliferativa della sindrome ipereosinofila, caratterizzata da fibrosi tissutale, scarsa prognosi e risposta al trattamento con Imatinib. ( Xagena2003 )
Klion AM et al, Blood 2003; 101: 4660-4666
Emo2003 Onco2003