Ricercatori del François Baclesse Cancer Center, a Caen in Francia, hanno analizzato l’eccesso di mortalità causa-specifico in pazienti adulti con linfoma di Hodgkin in relazione alle modalità di trattamento.
Lo studio di popolazione ha coinvolto 4.401 pazienti da Belgio, Olanda e Francia, di età compresa tra 15 e 69 anni, in tutti gli stadi della malattia, trattati nel periodo 1964-2000.
Dopo un periodo osservazionale mediano di 7.8 anni, 725 dei 4.401 pazienti ( 16.5% ) sono deceduti, il 51% per linfoma di Hodgkin, il 10% per tossicità legata al trattamento, il 18% per tumore secondario, il 5% per malattia cardiovascolare, il 2% per infezioni, l’8% per altre cause e il 6% per una causa non-specificata.
In generale, il rapporto di mortalità standardizzato è stato di 7.4 e il rischio di eccesso assoluto di 182.8.
Questi indicatori sono stati, rispettivamente, 3.8 e 27.9 per le morti per tumore secondario, e 4 e 3.3, rispettivamente, per le morti per infezione.
Dopo 15 anni il tasso di sopravvivenza osservato è stato del 75% e il tasso di sopravvivenza relativo dell’80%.
Nei pazienti con malattia allo stadio iniziale, l’eccesso di mortalità generale è risultato associato all’età superiore o uguale a 40 anni ( P=0.007 ), sesso maschile ( P
Con un follow-up interrotto alla prima ricorrenza, nessuna modalità di trattamento è risultata associata a eccesso di mortalità.
In conclusione, la progressione della malattia rimane la causa primaria di morte nei pazienti con linfoma di Hodgkin nelle prime decadi dopo il trattamento.
L’eccesso di mortalità nei pazienti con malattia allo stadio iniziale è risultata significativamente legata alle modalità di trattamento, che sono risultate associate a una scarsa sopravvivenza libera da fallimento del trattamento. ( Xagena2009 )
Favier O et al, Cancer 2009;115:1680-1691
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