Ibrutinib ( Imbruvica ) è altamente attivo e produce risposte a lungo termine nei pazienti con macroglobulinemia di Waldenström ( WM ), ma con un trattamento prolungato può verificarsi resistenza acquisita.
È stata quindi valutata la storia naturale e gli esiti del trattamento in 51 pazienti con macroglobulinemia di Waldenström e con resistenza acquisita alla monoterapia con Ibrutinib.
Il tempo mediano tra l'inizio e l'interruzione di Ibrutinib è stato di 2 anni.
Dopo l'interruzione di Ibrutinib, è stato osservato un rapido aumento del livello sierico di immunoglobuline M nel 60% dei pazienti valutabili ( 29/48 ), di cui 10 con iperviscosità sintomatica a sviluppo acuto.
48 pazienti ( 94% ) hanno ricevuto una terapia di salvataggio dopo Ibrutinib.
Il tempo mediano alla terapia di salvataggio dopo la sospensione di Ibrutinib è stato di 18 giorni.
I tassi di risposta generale e maggiore alla terapia di salvataggio sono stati rispettivamente del 56% e del 44% e la durata mediana della risposta è stata di 48 mesi.
Malattia esposta a classe quadrupla ( Rituximab, alchilatore, inibitore del proteasoma, Ibrutinib ) ( odds ratio, OR=0.20 ) e terapia di salvataggio inferiore o uguale a 7 giorni dopo la sospensione di Ibrutinib ( OR=4.12 ) sono state identificate come predittori indipendenti di una risposta alla terapia di salvataggio.
La sopravvivenza globale ( OS ) a 5 anni dopo l'interruzione di Ibrutinib è stata del 44%. La risposta alla terapia di salvataggio è stata associata a una migliore sopravvivenza globale dopo Ibrutinib ( hazard ratio, HR=0.08 ).
Le mutazioni di TP53 sono state associate a sopravvivenza globale più breve, mentre le mutazioni acquisite di BTK C481S non hanno avuto alcun impatto.
Dai dati è emerso che la continuazione di Ibrutinib fino al trattamento successivo è associato a un migliore controllo della malattia e agli esiti clinici. ( Xagena2022 )
Gustine JN et al, Haematologica 2022; 107: 1163-1171
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