L'intensità ottimale della terapia anticoagulante orale per la prevenzione della trombosi ricorrente nei pazienti con sindrome da anticorpi antifosfolipidi ( WAPS ) è incerta.
Studi retrospettivi hanno mostrato che solo la terapia anticoagulante orale ad alta intensità ( INR maggiore di 3.0 ) è efficace, ma un recente studio clinico randomizzato che ha confrontato l’anticoagulazione ad alta intensità ( INR 3.0-4.0 ) versus intensità moderata ( INR 2.0-3.0 ) non è riuscito a confermare questa ipotesi.
È stato condotto uno studio randomizzato in cui a 109 pazienti con sindrome da anticorpi antifosfolipidi e trombosi precedente è stato somministrato Warfarin ad alta intensità ( INR 3.0-4.5, 54 pazienti ) o terapia antitrombotica standard ( Warfarin, INR 2.0-3.0 in 52 pazienti o Acido Acetilsalicilico [ Aspirina ] da solo, 100 mg al giorno in 3 pazienti ) per determinare se l’anticoagulazione intensiva fosse superiore al trattamento standard nel prevenire il tromboembolismo sintomatico senza aumentare il rischio di sanguinamento.
I 109 pazienti arruolati nello studio sono stati seguiti per un tempo medio di 3.6 anni.
L’INR medio durante il follow-up è stato di 3.2 ( SD 0.6 ) nel gruppo Warfarin ad alta intensità e 2.5 ( SD 0.3 ) ( P minore di 0.0001 ) nei pazienti in trattamento convenzionale a cui è stato dato Warfarin.
La trombosi ricorrente è stata osservata in 6 dei 54 pazienti ( 11.1% ) assegnati a ricevere Warfarin ad alta intensità e in 3 dei 55 pazienti ( 5.5% ) assegnati a ricevere un trattamento convenzionale ( hazard ratio, HR per il gruppo ad alta intensità ).
Sanguinamento maggiore e minore si è verificato in 15 pazienti ( 2 maggiore ) ( 27.8% ) assegnati a ricevere Warfarin ad alta intensità e in 8 ( 3 maggiore ) ( 14.6% ) assegnati a ricevere la terapia convenzionale ( HR=2.18 ).
In conclusione, il Warfarin ad alta intensità non è risultato superiore alla terapia standard nel prevenire la recidiva di trombosi nei pazienti con sindrome da anticorpi antifosfolipidi ed è stato associato ad un aumentato tasso di complicanze emorragiche minori. ( Xagena2005 )
Finazzi G et al, J Thromb Haemost 2005; 3: 848-853
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