Neutropenia ad esordio tardivo è stata segnalata dopo trattamento chemioterapico associato a Rituximab ( USA: Rituxan; Italia: Mabthera ).
Ricercatori del Dipartimento di Ematologia ed Oncologia dell’Università di Tokio, in Giappone, hanno esaminato in modo retrospettivo le cartelle cliniche di 107 pazienti trattati con la chemioterapia associata a Rituximab come trattamento primario dei linfomi a cellule B CD20 positivi, con l’obiettivo di identificare casi con neutropenia ad esordio tardivo.
La neutropenia ad esordio tardivo è stata definita come conta di neutrofili minore o uguale a 1 x 10 ( 9 )/l, senza un’apparente causa dopo il recupero dei neutrofili al completamento del trattamento chemioterapico.
Il periodo osservazionale mediano è stato di 411 giorni.
Un totale di 23 pazienti ha sviluppato neutropenia ad esordio tardivo dopo, in media, 106 giorni dall’ultima chemioterapia.
L’incidenza cumulativa di neutropenia ad esordio tardivo è stata del 24.9% tra i pazienti esaminati.
Gli episodi di neutropenia ad esordio tardivo erano, di norma, autolimitanti; in 1 paziente è stato somministrato Filgrastim ( Neupogen ).
Tra i pazienti che hanno sviluppato tardivamente neutropenia non è stato riscontrato nessun grave episodio difettivo.
All’analisi multivariata è emerso che i regimi chemioterapici comprendenti la terapia ad alto dosaggio dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche antologhe ( ASCT ) ed i regimi con Metotrexato ad alto dosaggio senza ASCT sono risultati essere un fattore di rischio per la neutropenia ad esordio tardivo.
Questo studio ha dimostrato che la neutropenia ad esordio tardivo è una frequente complicanza della chemioterapia intensiva contenente Rituximab. ( Xagena2006 )
Nitta E et al, Ann Oncol 2006; Epub ahead of print
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