La recidiva di tumore dopo trapianto allogenico di cellule ematopoietiche continua a rappresentare una sfida terapeutica.
Il blocco della molecola CTLA4 ( antigene 4 dei linfociti T citotossici ) può in effetti aumentare l’immunità antitumorale mediata dalle cellule T effettrici autologhe.
L’obiettivo di uno studio, compiuto presso il San Diego Moores Cancer Center, University of California, a La Jolla, è stato quello di valutare la sicurezza e l’efficacia di Ipilimumab, un anticorpo monoclonale neutralizzante anti-CTLA-4.
In totale, 29 pazienti con recidiva o progressione del tumore dopo trapianto allogenico di cellule ematopoietiche hanno ricevuto Ipilimumab in una singola infusione, al dosaggio compreso tra 0.1 e 3.0 mg/kg.
Non è stata raggiunta la tossicità dose-limitante, e Ipilimumab non ha indotto la malattia del trapianto contro l’ospite o un rigetto delle cellule trapiantate.
Eventi avversi di tipo immunitario organo-specifici si sono verificati in 4 pazienti ( artrite di grado 3, ipertiroidismo di grado 2, polmonite ricorrente di grado 4 ).
Complessivamente, 3 pazienti con tumori linfoidi hanno sviluppato risposte oggettive dopo somministrazione di Ipilimumab: risposta completa in 2 pazienti con linfoma di Hodgkin, e remissione parziale con linfoma refrattario a cellule del mantello.
Alla dose di 3 mg/kg, le concentrazioni sieriche attive di Ipilimumab si sono mantenute per oltre 30 giorni dopo una singola infusione.
In conclusione, questo studio ha dimostrato che Ipilimumab, alle dosi utilizzate, non ha indotto né aggravato la malattia del trapianto contro l’ospite, ma potrebbe aver causato eventi avversi di tipo immunitario organo-specifici e aver determinato la regressione del tumore ( Xagena2009 )
Bashey A et al, Blood 2009; 113: 1581-1588
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