Uno studio ha identificato i fattori di rischio per la mortalità nei pazienti affetti da tumori ematologici con infezioni del sangue causate da Klebsiella pneumoniae.
Lo studio prospettico di coorte è stato condotto su infezioni ematiche da Klebsiella pneumoniae in 13 Unità ematologiche italiane che partecipavano al registro HEMABIS-SEIFEM.
L’endpoint era la morte entro 21 giorni dall’esordio dell’infezione ematica.
Sono stati confrontati i sottogruppi di sopravvissuti e non-sopravvissuti e sono stati identificati i predittori indipendenti di mortalità.
In totale 278 episodi di infezione ematica da Klebsiella pneumoniae sono stati inclusi nello studio tra il 2010 e il 2014.
Si è scoperto che 161 ( 57.9% ) isolati di Klebsiella pneumoniae erano resistenti ai carbapenemi.
Il tasso di mortalità a 21 giorni complessivo è stato del 36.3% ed è stato significativamente maggiore nei pazienti con infezioni ematiche e resistenza ai carbapenemi ( 84/161, 52.2% ) rispetto a quelli con infezioni ematiche causate da ceppi di Klebsiella pneumoniae sensibili ai carbapenemi ( 17/117, 14.5%; P minore di 0.001 ).
Shock settico ( hazard ratio, HR=3.86 ), insufficienza respiratoria acuta ( HR=2.32 ), inadeguata terapia antimicrobica iniziale ( HR=1.87 ) e resistenza carbapenemica da parte degli isolati di Klebsiella pneumoniae ( HR=1.85 ) erano indipendentemente associati alla mortalità.
È stata condotta una sotto-analisi solo in 149 pazienti con infezioni ematiche con resistenza ai carbapenemi che avevano ricevuto 48 ore e oltre di una adeguata terapia antibiotica e la terapia di combinazione è risultata indipendentemente associata alla sopravvivenza ( HR=0.32 ).
Lo studio ha dimostrato che negli ultimi anni la resistenza ai carbapenemi è drammaticamente aumentata nei pazienti con tumori ematologici con infezioni ematiche da Klebsiella pneumoniae in Italia, ed era associata a un esito meno favorevole.
La gestione ottimale di tali infezioni e la definizione di nuove strategie antimicrobiche empiriche / mirate nei pazienti con tumori ematologici possono ancora essere considerate esigenze cliniche insoddisfatte. ( Xagena2016 )
Trecarichi EM et al, Am J Hematol 2016; 91: 1076-1081
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