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Inibizione del proteasoma con Bortezomib: una nuova strategia terapeutica per il linfoma non-Hodgkin ?


L’incidenza del linfoma non-Hodgkin è in continuo aumento negli USA e negli altri Paesi occidentali.

Il linfoma non-Hodgkin si divide in due sottogruppi con decorso aggressivo o indolente.

Il linfoma follicolare, il più comune sottogruppo indolente, ed il linfoma a cellule del mantello, un sottogruppo aggressivo che è responsabile di circa il 5% dei casi, sono generalmente incurabili.

Il linfoma a cellule del mantello ha una prognosi relativamente sfavorebole, con una sopravvivenza media di 3-4 anni.

Sono in corso studi per valuare il Bortezomib ( Velcade ), un inibitore del proteasoma, nel trattamento del linfoma non-Hodgkin.

Studi in vivo ed in vitro hanno dimostrato l’attività del Bortezomib in monoterapia nei confronti di vari tumori linfoidi, ed effetti additivi o sinergici in combinazione con altri farmaci.

Studi clinici di fase II hanno indicato che il Bortezomib è ben tollerato e attivo in diversi sottogruppi di linfoma non-Hodgkin, con una percentuale di risposta tra il 18% ed il 60% nel linfoma follicolare e del 39-56% nel linfoma a cellule del mantello. ( Xagena2006 )

Leonard JP et al, Int J Cancer 2006; Epub ahead of print


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