I Ricercatori del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York negli Stati Uniti, hanno valutato la prevalenza dell’insulino-resistenza e di altri fattori di rischio per la malattia cardiovascolare in giovani adulti sopravvissuti a leucemia linfoblastica acuta in età pediatrica.
In una valutazione cross-sezionale di 118 sopravvissuti a leucemia linfoblastica acuta pediatrica ( età mediana: 23 anni; intervallo da 18 a 37 anni ), l’insulino-resistenza è stata stimata utilizzando HOMA-IR.
Confronti specifici per il sesso sono stati effettuati con una coorte di soggetti dai 30 ai 37 anni di età provenienti dalla stessa regione e partecipanti allo studio Dallas Heart Study ( DHS; n=782 ).
I pazienti sopravvissuti alla leucemia linfoblastica acuta sono stati stratificati per il trattamento con e senza radioterapia cranica.
Le donne sopravvissute a leucemia linfoblastica acuta hanno mostrato un valore HOMA-IR significativamente più alto ( con radioterapia cranica: media 4.6; senza radioterapia cranica: media 3.3 ) rispetto alle donne che avevano preso parte allo studio DHS ( media 2.4 ).
L’80% delle donne trattate con radioterapia cranica avevano almeno 3 di 6 fattori di rischio cardiovascolare, e hanno mostrato una probabilità significativamente più elevata di avere 3 o più fattori di rischio rispetto alle donne dello studio DHS ( odds ratio, OR=5.96 ).
Gli uomini sopravvissuti a leucemia linfoblastica acuta hanno mostrato un valore HOMA-IR significativamente più alto ( con radioterapia cranica: media 4; senza radioterapia cranica: media 3.4 ) rispetto agli uomini dello studio DHS ( media 2.3 ), ma non hanno mostrato maggiore probabilità di avere fattori di rischio cardiovascolare multipli.
In conclusione, i sopravvissuti a leucemia linfoblastica acuta in età pediatrica hanno mostrato un’aumentata prevalenza di insulino-resistenza rispetto a una coorte di individui più anziani della stessa comunità.
Le donne trattate con radioterapia cranica appaiono avere un’aumentata prevalenza di fattori di rischio cardiovascolare multipli e ciò spinge verso uno stretto monitoraggio e all’adozione di strategie per ridurre il rischio. ( Xagena2009 )
Oeffinger KC et al, J Clin Oncol 2009; 27: 3698-3704
Emo2009 Cardio2009 Endo2009