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Linfoma a cellule T periferico: confermata l'efficacia e la sicurezza a 5 anni del regime Brentuximab vedotin + CHP


I risultati dell’analisi a 5 anni dello studio ECHELON-2 hanno mostrato che il coniugato anticorpo-farmaco Brentuximab vedotin ( Adcetris ) associato alla chemioterapia con Ciclofosfamide, Doxorubicina e Prednisone ( regime A+CHP ), come prima linea, continua a offrire anche a lungo termine un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) e della sopravvivenza globale ( OS ), rispetto al regime CHOP ( Ciclofosfamide, Doxorubicina, Vincristina e Prednisone ) nei pazienti con linfoma a cellule T periferico ( PTCL ) CD30-positivo, con un profilo di sicurezza gestibile.

ECHELON-2 è uno studio multicentrico di fase 3, randomizzato, in doppio cieco, double-dummy, controllato con placebo e un regime attivo di confronto, che ha coinvolto 452 pazienti con linfoma anaplastico a grandi cellule sistemico ( sALCL ) o altri PTCL esprimenti l’antigene CD30, non-trattati in precedenza.
I partecipanti sono stati suddivisi in due bracci numericamente uguali che hanno ricevuto i regimi terapeutici attivi per 6 o 8 cicli.

L'endpoint primario dello studio era la sopravvivenza libera da progressione ( valutata in modo centralizzato da revisori indipendenti in cieco nell’analisi primaria e dagli sperimentatori nell’analisi aggiornata ); gli endpoint secondari erano rappresentati da: sopravvivenza globale, sopravvivenza senza progressione nei pazienti con sALCL, tasso di remissione completa ( CR ) e tasso di risposta obiettiva ( ORR ).

L’analisi primaria aveva dimostrato che nella popolazione di pazienti arruolata nello studio il trattamento di prima linea con il regime A+CHP era superiore al regime CHOP in termini sia di sopravvivenza senza progressione sia di sopravvivenza globale.

A un follow-up mediano di 36.2 mesi, la sopravvivenza mediana senza progressione è stata pari a 48.2 mesi ( IC 95%, 35.2-non-valutabile ) con il regime A+CHP rispetto a 20.8 mesi ( IC 95%, 12.7-47.6 ) con il regime CHOP, con una riduzione del 29% del rischio di progressione o di mortalità nel braccio sperimentale rispetto al braccio controllo ( hazard ratio, HR=0.71; IC 95%, 0.54-0.93; P = 0.01 ).
La riduzione del rischio di progressione o di mortalità è stata del 41% nel sottogruppo di pazienti con linfoma sALCL ( HR=0.59; IC 95%, 0.42-0.84; P = 0.0031 ).

Con un follow-up mediano di 42.1 mesi la sopravvivenza mediana globale non è stata ancora raggiunta in nessuno dei due bracci; nel braccio Brentuximab vedotin è stata calcolata una riduzione del 34% del rischio di decesso rispetto al braccio controllo ( HR=0.66; IC 95%, 0.46-0.95; P = 0.02 ).

Nella nuova analisi, sono stati presentati i dati relativi a un follow-up mediano di 47.6 mesi per la sopravvivenza libera da progressione e di 66.8 mesi per la sopravvivenza globale.

Sia riguardo alla sopravvivenza libera da progressione sia alla sopravvivenza globale i risultati hanno continuato a favorire il regime A+CHP rispetto al regime convenzionale CHOP.

Nel braccio trattato con il regime contenente Brentuximab si è registrata una riduzione del 30% del rischio di progressione o decesso rispetto al braccio trattato con il regime CHOP ( HR=0.70; IC 95%, 0.53-0.91; P = 0.0077 ) e la mediana di sopravvivenza senza progressione è risultata di 62.26 mesi nel braccio sperimentale e 23.75 mesi nel braccio controllo, mentre la sopravvivenza libera da progressione stimata a 5 anni è risultata rispettivamente del 51.4% ( IC 95%, 42.8-49.4 ) versus 43% ( IC 95%, 35.8 -50.0 ).

Nel braccio A+CHP, inoltre, si è registrata una riduzione del 28% del rischio di morte rispetto al braccio CHOP ( HR=0.72 IC 95%, 0.53-0.99; P = 0.00424 ), ma la mediana non è stata ancora raggiunta in nessuno dei due bracci.

L’analisi dei sottogruppi ha evidenziato che il beneficio del regime A+CHP rispetto al regime CHOP era ancora maggiore fra i 316 pazienti con linfoma sALCL, nei quali il braccio sperimentale ha mostrato una riduzione del 45% del rischio di progressione o decesso rispetto al braccio di controllo ( HR=0.55; IC 95%, 0.39-0.79, P=0.0009 ) e una riduzione del rischio di decesso del 34%.

Il miglioramento della sopravvivenza libera da progressione e della sopravvivenza globale associato al regime contenente Brentuximab vedotin, rispetto al regime di confronto, è stato osservato anche nella maggior parte degli altri sottogruppi specificati dal protocollo.

E' stata, inoltre, dimostrata la superiorità del regime con coniugato anticorpo-farmaco rispetto alla chemioterapia.
Lo studio prevedeva la possibilità di un ritrattamento con Brentuximab vedotin in monoterapia nei pazienti del braccio A+CHP o un trattamento ex novo con Brentuximab vedotin nei pazienti del braccio CHOP.
Nel braccio A+CHP in totale 29 pazienti sono stati ritrattati con il coniugato anticorpo-farmaco, che ha prodotto una risposta in 17 soggetti ( 59% ), con una risposta completa in 11 di essi ( 38% ) e una risposta parziale in 6 ( 21% ).
Nel gruppo CHOP 54 pazienti hanno ricevuto un primo trattamento con Brentuximab vedotin, che ha indotto una risposta in 27 pazienti ( 50% ), di cui 16 ( 30% ) hanno ottenuto una risposta completa e 11 una risposta parziale ( 20% ).

L'aggiornamento del follow-up a 5 anni ha mostrato che tra i pazienti che avevano sviluppato neuropatia periferica, il 72% nel braccio A+CHP e il 78% nel braccio CHOP ha riportato una risoluzione completa o un miglioramento all'ultimo follow-up.
Per i casi di neuropatia periferica ancora in corso, il 98% nel braccio sperimentale e il 98% nel braccio di controllo è risultato di grado 1 o 2, e in particolare di grado 1 nel 70% dei pazienti trattati con A+CHP e nel 71% di quelli in terapia con CHOP.

Dallo studio è emerso che, a distanza di 5 anni, il trattamento di prima linea con A+CHP ha continuato a mostrare un miglioramento clinicamente significativo della sopravvivenza libera da progressione e della sopravvivenza globale, rispetto a CHOP, con dati di sopravvivenza senza progressione di malattia ancora più significativi nei pazienti con linfoma anaplastico a grandi cellule sistemico.
Inoltre, il trattamento con A+CHP presenta un profilo di sicurezza gestibile anche con il prolungarsi del follow-up, compresa la risoluzione o il miglioramento della neuropatia periferica. ( Xagena2020 )

Fonte: American Society of Hematology ( ASH ) Congress, 2020

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