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Raccomandazioni dell’International Myeloma Working Group per il trattamento della malattia ossea correlata a mieloma multiplo


L’International Myeloma Working Group ha sviluppato raccomandazioni pratiche per la gestione della malattia ossea legata al mieloma multiplo.

Un gruppo interdisciplinare di Esperti clinici di mieloma multiplo e malattia ossea correlata al mieloma multiplo ha sviluppato raccomandazioni basate sui dati pubblicati fino ad agosto 2012.

Gli Esperti hanno proposto ulteriori raccomandazioni quando i dati pubblicati sono risultati insufficienti.

I livelli di evidenza e i gradi di raccomandazione sono stati assegnati e approvati dai membri del gruppo.

Queste le raccomandazioni.

I bifosfonati dovrebbero essere presi in considerazione in tutti i pazienti con mieloma multiplo in trattamento di prima linea con terapia antimieloma, indipendentemente dalla presenza di lesioni ossee osteolitiche alla radiografia convenzionale.

Tuttavia, non è noto se i bifosfonati offrano qualche vantaggio in pazienti senza malattia ossea in base alle valutazioni di risonanza magnetica o tomografia a emissione di positroni / tomografia computerizzata.

La somministrazione intravenosa di Acido Zoledronico ( Zometa ) o Pamidronato ( Areadia ) è raccomandata per la prevenzione di eventi scheletrici in pazienti con mieloma multiplo.

L’Acido Zoledronico è preferibile rispetto al Clodronato ( Clasteon ) orale in pazienti con nuova diagnosi di mieloma multiplo per i suoi potenziali effetti antimieloma e i benefici in termini di sopravvivenza.

I bifosfonati dovrebbero essere somministrati ogni 3-4 settimane per via intravenosa nel corso della terapia iniziale.

Il trattamento con Acido Zoledronico o Pamidronato dovrebbe essere proseguito in pazienti con malattia attiva e assunto nuovamente dopo il ritorno della malattia se precedentemente interrotto in pazienti che hanno raggiunto risposta completa o risposta parziale molto buona.

I bifosfonati sono ben tollerati, ma devono essere attuate strategie preventive per evitare tossicità renale e osteonecrosi della mandibola.

La cifoplastica dovrebbe essere presa in considerazione per fratture vertebrali da compressione sintomatiche.

Una terapia con basse dosi di radiazione può essere utilizzata a fini palliativi del dolore non-controllato, per fratture patologiche incombenti o per compressione del midollo spinale.

Per le fratture delle ossa lunghe, per la compressione del midollo spinale e per l’instabilità della colonna vertebrale dovrebbe essere interpellato un ortopedico. ( Xagena2013 )

Terpos E et al, J Clin Oncol 2013; 31: 2347-2357

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