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Regimi di condizionamento per allotrapianti nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B


Il miglior regime di condizionamento prima del trapianto allogenico per linfoma diffuso a grandi cellule B ad alto rischio deve ancora essere definito.

Uno studio ha analizzato i dati di 396 persone sottoposte ad allotrapianto per linfoma diffuso a grandi cellule B trattate con regimi di condizionamento mieloablativo ( MAC; n=165 ), a intensità ridotta ( RIC; n=143 ) o non-mieloablativo ( NMAC; n=88 ).

I tassi di malattia da trapianto contro ospite ( GVHD ) acuta e cronica sono risultati simili tra i gruppi.

La mortalità non-correlato a recidiva a 5 anni è risultata più alta con MAC che con RIC e NMAC ( 56% vs 47% vs 36%; P=0.007 ).

La recidiva / progressione a 5 anni è risultata più bassa con MAC che con RIC/NMAC ( 26% vs 38% vs 40%; P=0.031 ).

La sopravvivenza libera da progressione a 5 anni ( 15-25% ) e la sopravvivenza generale ( 18-26% ) non hanno mostrato differenze significative tra le coorti.

Nell’analisi multivariata, il regime di condizionamento non-mieloablativo e un più recente anno di trapianto sono risultati associati a una minore mortalità non-correlata a recidiva, mentre un più basso punteggio di performance di Karnofsky ( inferiore a 90 ), una precedente recidiva resistente alla terapia e l’uso di donatori non-imparentati sono risultati associati a una più alta mortalità non-legata a recidiva.

I trapianti con regime di condizionamento non-mieloablativo, senza precedente utilizzo di Rituximab e precedente recidiva resistente a terapia sono risultati associati a un rischio maggiore di recidiva / progressione.

In conclusione, l’allotrapianto con regimi di condizionamento a intensità ridotta o non-mieloablativo induce una sopravvivenza libera da progressione a lungo termine nei pazienti selezionati con linfoma diffuso a grandi cellule B con un minor rischio di mortalità non-correlata a recidiva, ma con un rischio più elevato di progressione o recidiva del linfoma. ( Xagena2012 )

Bacher U et al, Blood 2012; 120: 4256-4262

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