La terapia appropriata per il linfoma di Hodgkin a predominanza linfocitaria nodulare di stadio limitato non è ben definita.
In contrasto con il linfoma di Hodgkin classico, la chemioterapia viene spesso omessa; tuttavia, non si sa se questo fatto influisca sul rischio di ricaduta.
Sono stati confrontati gli esiti dei pazienti con linfoma di Hodgkin a predominanza linfocitaria nodulare di stadio limitato trattati in un'epoca in cui la chemioterapia con ABVD ( Doxorubicina, Bleomicina, Vinblastina e Dacarbazina ) era regolarmente inserita nella terapia primaria con un'epoca precedente in cui la radioterapia era utilizzata come singola terapia.
Utilizzando il British Columbia Cancer Agency Lymphoid Cancer Database, sono stati identificati 88 pazienti con linfoma di Hodgkin a predominanza linfocitaria nodulare di stadio limitato ( stadio 1A/1B o 2A, patologia non-bulky inferiore a 10 cm ).
Il trattamento ha seguito le lineeguida specifiche di una determinata epoca: prima del 1993, ( n=32 ) radioterapia da sola; dal 1993 ad oggi ( n=56 ), chemioterapia ABVD-simile per 2 cicli seguiti da radioterapia con l'eccezione di 14 pazienti sottoposti a chemioterapia ABVD da sola.
La maggior parte dei pazienti era di sesso maschile ( 75% ) con malattia in stadio I ( 61% ).
In un confronto tra epoche, il tempo alla progressione a 10 anni ( 98% vs 76%, P=0.0074 ), la sopravvivenza libera da progressione ( 91% vs 65%, P=0.0024 ) e la sopravvivenza globale ( 93% vs 84%, P=0.074 ) hanno mostrato un maggiore beneficio raggiunto nell’epoca di trattamento con ABVD rispetto all'epoca della sola radioterapia.
In conclusione, il trattamento del linfoma di Hodgkin a predominanza linfocitaria nodulare di stadio limitato, in modo simile al linfoma di Hodgkin classico, può migliorare l’esito rispetto all'uso della sola terapia radiante. ( Xagena2011 )
Savage KJ et al, Blood 2011; 117: 4585-4590
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