I regimi di condizionamento a intensità ridotta sono stati sviluppati per minimizzare gli effetti tossici precoci e i decessi dopo trapianto allogenico di cellule emopoietiche.
Tuttavia, l’efficacia di questi regimi prima di questo tipo di procedura non era stata valutata in uno studio randomizzato.
In uno studio prospettico, in aperto, randomizzato, e di fase 3, un regime di condizionamento a intensità ridotta a base di Fludarabina ( Fludara ) è stato confrontato con un regime standard in pazienti con leucemia mieloide acuta in prima remissione completa.
I pazienti coinvolti avevano età compresa tra 18 e 60 anni e leucemia mieloide acuta a rischio intermedio o alto ( definito in base alle caratteristiche citogenetiche ) in prima remissione completa; disponibilità di un donatore imparentato HLA-compatibile o di un donatore non-imparentato con almeno 9 su 10 alleli HLA; un’adeguata funzione renale, cardiaca, polmonare e neurologica.
Nel periodo 2004-2009, i pazienti sono stati assegnati in maniera casuale e in un rapporto 1:1 ( con una procedura che ha bilanciato i pazienti per età, rischio citogenetico terapia di induzione e tipo di donatore ) a ricevere condizionamento a intensità ridotta con 4 dosi di 2 Gy di irradiazione all’intero corpo e 150 mg/m2 di Fludarabina o condizionamento standard con 6 dosi di 2 Gy di irradiazione all’intero corpo e 120 mg/kg di Ciclofosfamide.
A tutti i pazienti sono stati somministrati Ciclosporina e Metotrexato come trattamento profilattico contro la malattia da trapianto contro ospite ( GvHD ).
Ricercatori e pazienti erano a conoscenza del trattamento dello studio.
L’endpoint primario era l’incidenza di mortalità non-correlata a recidiva, analizzata nella popolazione per intention-to-treat.
Lo studio è stato interrotto precocemente a dicembre 2009, a causa del lento reclutamento dei pazienti.
In totale, 99 pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere condizionamento a intensità ridotta e 96 condizionamento standard.
L’incidenza di mortalità non-correlata a recidiva non ha mostrato differenze tra i gruppi condizionamento a intensità ridotta e condizionamento standard ( incidenza cumulativa a 3 anni: 13% vs 18%; hazard ratio, HR=0.62 ).
L’incidenza di recidiva ( incidenza cumulativa a 3 anni: 28% vs 26%; HR=1.10 ), la sopravvivenza libera da malattia ( sopravvivenza libera da malattia a 3 anni: 58% vs 56%; HR=0.85 ) e la sopravvivenza generale ( sopravvivenza generale a 3 anni: 61% vs 58%; HR=0.77 ) non ha mostrato differenze significative tra i gruppi.
La mucosite orale di grado 3-4 è risultata meno comune nel gruppo condizionamento a intensità ridotta che in quello condizionamento standard ( 50 pazienti nel gruppo condizionamento a intensità ridotta vs 73 pazienti nel gruppo condizionamento standard ); la frequenza di altri effetti collaterali come la malattia da trapianto contro ospite e l’aumento delle concentrazioni di bilirubina e creatinina non ha mostrato differenze significative tra i gruppi.
In conclusione, il condizionamento a intensità ridotta è associato a una incidenza simile di mortalità non-correlata a recidiva e a riduzione degli effetti tossici rispetto al condizionamento standard senza modificare gli esiti di sopravvivenza.
Il condizionamento a intesnità ridotta potrebbe essere utilizzato in via preferenziale in pazienti di età inferiore a 60 anni con leucemia mieloide acuta sottoposti a trapianto in prima remissione completa. ( Xagena2012 )
Bornhäuser M et al, Lancet Oncol 2012; 13: 1035-1044
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