È stato compiuto uno studio per descrivere l'incidenza di complicanze tardive non-maligne e la loro associazione con la salute e lo stato funzionale in una coorte di sopravvissuti a trapianto di cellule emopoietiche.
È stata determinata l'incidenza di 14 effetti tardivi non-maligni in pazienti adulti sottoposti a trapianto nel periodo 2004-2009 presso il Fred Hutchinson Cancer Research Center a Seattle ( Stati Uniti ), che sono sopravvissuti almeno 1 anno dopo trapianto di cellule emopoietiche.
I dati sono stati ottenuti dalla revisione delle cartelle cliniche e da questionari annuali auto-riportati.
I 1.087 sopravvissuti nello studio avevano un'età mediana al momento di sottoporsi a trapianto emopoietico di 53 anni ( range 21-78 anni ) e sono stati seguiti per una media di 37 mesi ( range 12-77 mesi ) dopo trapianto di cellule emopoitiche.
La prevalenza di condizioni pre-esistenti variava dallo 0 al 9.8%.
L'incidenza cumulativa di qualsiasi effetto tardivo non-maligno 5 anni dopo trapianto di cellule emopoietiche è stata del 44.8% tra i riceventi trapianto autologo e del 79% tra i soggetti sottoposti a trapianto allogenico; il 2.5% dei riceventi trapianto autologo e il 25.5% dei destinatari di trapianto allogenico ha avuto 3 o più effetti tardivi.
I sopravvissuti con 3 o più effetti tardivi avevano una più bassa funzionalità fisica e un più basso punteggio di Karnofsky, minore probabilità di lavoro a tempo pieno o di studio e una maggiore probabilità di avere limitazioni nelle attività abituali.
I predittori di almeno un effetto tardivo erano: età di 50 anni o superiore, sesso femminile e donatore non-consanguineo, ma non l'intensità del regime di condizionamento.
In conclusione, il burden di effetti tardivi non-maligni dopo trapianto di cellule emopoietiche era alto, anche con i moderni trattamenti, e relativamente breve follow-up.
Questi effetti tardivi sono risultati associati a cattive condizioni di salute e dello stato funzionale, sottolineando la necessità di un attento follow-up di questo gruppo di pazienti. ( Xagena2012 )
Khera N et al, J Clin Oncol 2012; 30: 71-77
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