Sebbene recenti studi abbiano suggerito che l’interruzione di Imatinib ( Glivec, Gleevec ) in pazienti affetti da leucemia mieloide cronica possa essere associata a risposta sostenuta, è necessaria un’ulteriore conferma per esaminare i fattori predittivi.
In uno studio prospettico multicentrico, i pazienti in fase cronica erano adatti alla cessazione della terapia con Imatinib dopo più di 3 anni se non avessero avuto trascrizione di BCR-ABL1 rilevabile per almeno 2 anni.
Sono stati arruolati 48 pazienti con un'età media di 47 anni ( 19-74 anni ); 20 pazienti hanno ricevuto Imatinib per la ricaduta post-trapianto.
Dopo un follow-up medio di 15.8 mesi dopo l'interruzione di Imatinib, 9 pazienti del gruppo che non ha subito trapianto hanno perso la condizione di malattia molecolare residua non-rilevabile ( UMRD ) e risposta molecolare maggiore ( MMR ), mentre nessuno dei 20 pazienti nel gruppo con trapianto ha dimostrato la perdita della condizione di malattia molecolare residua non-rilevabile.
Le probabilità di risposta molecolare maggiore sostenuta e malattia molecolare residua non-rilevabile erano, rispettivamente, pari a 64.4% e 66.3% nel gruppo senza trapianto.
Tra i 9 pazienti ritrattati con Imatinib, 8 hanno nuovamente raggiunto una risposta molecolare maggiore in una media di 1.7 mesi; 7 di questi pazienti hanno nuovamente raggiunto la condizione di malattia molecolare residua non-rilevabile in una media di 5.6 mesi.
Un precedente trapianto, la durata della somministrazione di Imatinib e la durata della condizione di malattia molecolare residua non-rilevabile sono stati significativamente associati a una risposta molecolare sostenuta.
I dati hanno indicato che il controllo immunologico contribuisce alla soppressione sostenuta della espansione delle cellule leucemiche residue e che Imatinib può essere interrotto in modo sicuro nei pazienti con recidiva post-trapianto. ( Xagena2013 )
Lee SE et al, Am J Hematol 2013; 88: 6: 449-454
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