Il rischio di tromboembolismo venoso è maggiore nei pazienti con tumore.
Per migliorare la previsione del tromboembolismo venoso nei soggetti affetti da tumore, è stato compiuto uno studio di coorte prospettico e osservazionale in pazienti con nuova diagnosi di tumore o con progressione della malattia dopo remissione.
Un modello precedentemente sviluppato di punteggio del rischio per la previsione degli eventi tromboembolici venosi che comprendeva parametri clinici ( entità del tumore e indice di massa corporea ) e di laboratorio ( livello di emoglobina, piastrine e dei leucociti ) è stato ampliato inserendo due biomarcatori, P-selectina solubile e D-Dimero.
Complessivamente, 61 pazienti su 819 ( 7.4% ) hanno sviluppato tromboembolismo venoso durante un periodo medio di follow-up di 656 giorni. La probabilità cumulativa di tromboembolismo venoso nel modello di rischio originale dopo 6 mesi è stata del 17.7% nei pazienti con il punteggio di rischio più alto ( maggiore o uguale a 3, n=93 ), del 9.6% in quelli con punteggio 2 ( n=221 ), del 3.8% in quelli con punteggio 1 ( n=229 ) e dell’ 1.5% in quelli con punteggio 0 ( n=276 ).
Nel modello di rischio esteso, la probabilità cumulativa di tromboembolismo venoso dopo 6 mesi in pazienti con il punteggio più alto ( maggiore o uguale a 5, n=30 ) è stata del 35.0% e del 10.3% in quelli con un punteggio intermedio ( 3, n=130 ) rispetto a solo 1.0% nei pazienti con punteggio 0 ( n=200 ); l’hazard ratio tra i pazienti con il punteggio più alto rispetto a quelli con il punteggio più basso è stato pari a 25.9.
I parametri clinici e di laboratorio standard con l'aggiunta di biomarcatori consentono di prevedere il tromboembolismo venoso e di identificare i pazienti oncologici ad alto o basso rischio di tromboembolismo venoso. ( Xagena2010 )
Ay C et al, Blood 2010; 116: 5377-5382
Emo2010 Onco2010