Ravulizumab ( Ultomiris ), un nuovo inibitore del componente C5 del complemento somministrato ogni 8 settimane, è risultato non-inferiore a Eculizumab ( Soliris ) somministrato ogni 2 settimane nei pazienti naive-agli-inibitori del complemento con emoglobinuria parossistica notturna ( PNH ).
Questo studio di fase 3, multicentrico, in aperto, ha valutato la non-inferiorità di Ravulizumab a Eculizumab nei pazienti con emoglobinuria parossistica notturna clinicamente stabili durante la precedente terapia con Eculizumab.
Un totale di 195 pazienti con emoglobinuria parossistica notturna sono stati trattati con Eculizumab alla dose di 900 mg ogni 2 settimane per più di 6 mesi e sono stati assegnati in modo casuale a passare a Ravulizumab ( n=97 ) o a continuare con Eculizumab ( n=98 ).
L'endpoint primario di efficacia era la variazione percentuale della lattato deidrogenasi ( LDH ) dal basale al giorno 183.
Gli endpoint secondari chiave includevano la proporzione di pazienti con esacerbazione dell’emolisi, cambiamento nel punteggio alla scala FACIT-Fatigue ( Functional Assessment of Chronic Illness Therapy - Fatigue ), evitamento delle trasfusioni ed emoglobina stabilizzata.
In 191 pazienti che hanno completato 183 giorni di trattamento, Ravulizumab è risultato non-inferiore a Eculizumab ( P inf minore di 0.0006 per tutti gli endpoint ), includendo la variazione percentuale di LDH ( differenza, 9.21%, P=0.058 per superiorità ), l’esacerbazione dell’emolisi ( differenza, 5.1 ), la variazione del punteggio alla scala FACIT-Fatigue ( differenza, 1.47 ), l’evitamento delle trasfusioni ( differenza, 5.5 ) e l’emoglobina stabilizzata ( differenza, 1.4 ).
L'evento avverso più frequentemente riportato è stato mal di testa ( 26.8%, Ravulizumab; 17.3%, Eculizumab ).
Non si è verificata alcuna infezione da meningococco o interruzione dovuta a eventi avversi.
I pazienti con emoglobinuria parossistica notturna possono passare in modo sicuro ed efficace da Eculizumab somministrato ogni 2 settimane a Ravulizumab somministrato ogni 8 settimane. ( Xagena2019 )
Kulasekararaj AG et al, Blood 2019; 133: 540-549
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