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Tossicità epatica correlata al trattamento ed esito dei linfomi non-Hodgkin HCV-positivi


Sono stati studiati 160 pazienti positivi al virus dell'epatite C ( HCV ) con linfoma non-Hodgkin ( 59 indolenti, 101 aggressivi ).

L'età media dei pazienti era di 67 anni. L’HCV-RNA era presente in 146 soggetti; HBsAg era positivo in sette pazienti.
Al momento della diagnosi, il valore di ALT era al di sopra al limite superiore al normale in 67 pazienti.

In tutto, 120 pazienti hanno ricevuto un trattamento a base di antracicline, alchilanti, 28 hanno ricevuto chemioterapia più Rituximab ( MabThera ).

La dose dei farmaci citotossici è stata ridotta in 63 pazienti.

Tra i 93 pazienti con ALT normale al momento della presentazione, 16 pazienti hanno sviluppato tossicità epatica di grado II-III.

Tra i 67 pazienti con ALT anormale, 8 hanno avuto un aumento di 3.5 volte nel corso del trattamento.

Tra i 28 pazienti trattati con chemioterapia e Rituximab, 5 individui ( 18% ) hanno sviluppato tossicità epatica; 34 pazienti ( 21% ) non hanno completato il trattamento ( 8 per la tossicità epatica ).

La sopravvivenza mediana libera da progressione nei pazienti che hanno sviluppato tossicità epatica è stata molto più breve rispetto alla sopravvivenza mediana libera da progressione dei pazienti senza tossicità ( rispettivamente, 2 anni e 3.7 anni, p=0.03 ).

Dopo un periodo di follow-up mediano di 2 anni, 32 pazienti sono deceduti ( 3 per insufficienza epatica ).

Una percentuale significativa di pazienti con HCV e linfoma non-Hodgkin ha sviluppato tossicità epatica che ha portato spesso all'interruzione del trattamento. Questo potrebbe essere un limite per l'applicazione di programmi di immunochemioterapia.

L’infezione da virus dell’epatite C e i linfomi rappresentano un sottoinsieme clinico distinto di linfomi non-Hodgkin che merita un approccio clinico specifico per limitare la tossicità epatica e migliorare la sopravvivenza. ( Xagena2010 )

Arcaini L et al, Am J Hematol 2010; 85: 46-50


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